Il monumento
Sono trascorsi diversi anni da quando, a Campagnola, per iniziativa del locale Gruppo Alpini è stato inaugurato il monumento ad onore di tutti i loro commilitoni. Questa iniziativa ancor oggi, e per chissà quanti lunghi anni ancora, rimane a perenne testimonianza del profondo legame d'amicizia che stringe tra loro gli Alpini di Campagnola con tutti quelli della nostra provincia di Bergamo e dell'Italia intera. E una doverosa constatazione che vogliamo fare, in riconoscenza agli Alpini i quali, con ammirevole esemplarità, da sempre testimoniano un vincolo di affettività che va ben oltre i semplici sentimenti di amicizia. Gli Alpini si amano e si stimano a vicenda, senza egoismi di sorta e senza ambizione alcuna, ma questo amore e questa stima essi la rivolgono poi a tutti coloro che sono nella necessità e che cercano di aiutare e soccorrere con altruismo e disinteresse.
" Nel tuo coraggio - la mia salvezza", è l'insieme di uno squisito gesto di riconoscenza da parte di chi dall'Alpino è stato soccorso ma, in particolare, è l' "animo" stesso dell'Alpino che mai si ritrae di fronte ad una necessità, specialmente le necessità di coloro che sono stati colpiti da una "disgrazia" sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Non importa che l'Alpino porti il suo aiuto al commilitone sul campo di battaglia (come lo è stato durante i periodi delle due ultime guerre mondiali) oppure che e gli sia volontario soccorritore di fami bisognose d'aiuto in momenti di fatali calamità quella scritta "Nel tuo coraggio - la mia salvezza" è il contenuto di un gesto che non ha confronti per la sua grandezza nell'ambito sociale. Si tratta di una "salvezza" che scaturisce solo dalla bontà interiore dell'animo dell'Alpino, la sua prontezza nel rispondere a quanti gli chiedono aiuto, la sua gioia nel saper donare la sua forza fisica ma in special modo quella morale.
Quando il 27 aprile 1986 si è voluto inaugurare il "Monumento al Valore Alpino", proprio questo si è voluto sottolineare e significare. E l'immagine realizzata dal bravo scultore concittadino Mario Della Casa si è appunto finalizzata a questi principi di solidarietà umana e cristiana nello stesso tempo. La figura dell'Alpino con il braccio destro levato in alto e con quello sinistro che sorregge un "corpo" quasi privo di vita e del tutto abbandonato alla "forza" del suo soccorritore, costituisce il "racconto" di una realtà che si è ripetuta e moltiplicata quasi all'infinito nella storia degli Alpini italiani. Di questa meravigliosa scultura abbiamo già dato una completa spiegazione sia sul piano interpretativo come su quello estetico ed artistico nella pubblicazione che venne distribuita per la circostanza dell'inaugurazione del monumento stesso. Superfluo ritornare sui medesimi concetti. Ci è sufficiente mettere in risalto che una così significativa scultura in questi trascorsi dieci anni è stata motivo di continue attenzioni da parte di tutti coloro che sono, in un certo senso, "obbligati" a percorrere il tratto di strada dove sorge il monumento. E tali attenzioni si sono particolarmente rivolte non solo all'ammirazione del "gruppo" che si presenta con tutta la sua tragicità, ma soprattutto a quei profondi valori morali che vi sono contenuti ed espressi. Lo scultore Mario Della Casa è stato per davvero abile artista nel proporre una "sequenza" che invita a riflettere con serietà ed impegno. Non ci troviamo di fronte ad una "espressione" di carattere puramente descrittivo, bensì ad una "proposta" di atteggiamenti che tutti gli osservatori hanno a pieno compreso.
Già si è detto di quel braccio che l'Alpino, nella scultura, innalza verso il cielo. Non possiamo non richiamare il profondo significato che racchiude tale gesto, e che lo scultore ha chiaramente evidenziato: è richiamo esplicito alla religiosità dell'Alpino, l'anelito che da sempre ha nel suo cuore quando, sulle vette delle montagne si trova quasi a diretto contatto con Dio e con Dio intavola il suo discorso con il soprannaturale mentre volge lo sguardo alle vette innevate ed all'azzurro del cielo. Altre considerazioni si possono fare, ma ognuno di noi, che spesso stiamo a contemplare questo monumento di Campagnola, ci portiamo ormai da tempo nel cuore questa immagine dell'Alpino e la sublimità del suo coraggio e del suo sacrificio. E pure a noi, quale espressione di gratitudine per tutto ciò che gli Alpini sono stati capaci di compiere,viene spontaneo rivolgere a ciascun degli Alpini che conosciamo, e pure a quelli che non conosciamo personalmente, quella frase che è tanto semplice in se stessa ma che è comprensiva di indicibili sentimenti: "Nel tuo coraggio - la mia salvezza".
Don Lino Lazzari